Fin dai tempi remoti l’essere umano ha voluto dare forma alle proprie paure e sensazioni, a tutto ciò che non conosceva o semplicemente non capiva con l’intento implicito di esorcizzarne e schernirne il timore, plasmandone le emozioni provocate attraverso una specifica forma.
Figlie del nostro subconscio, delle esperienze di vita, di stati alterati, percezioni ed emozioni personali, queste visioni e creature – spesso più vicine a mostri ed animali – popolano il nostro personale e bizzarro universo interiore, uno spazio mentale astratto e non tangibile e con cui  siamo abituati confrontarci.
Nella loro produzione artistica Robi Alfano ed Jorge Pomar sono soliti connettersi con il proprio subconscio, traducendo in questo modo la grande mole di percezioni personali ed emozioni, tratteggiandone l’ aspetto attraverso un approccio spontaneo, diretto, essenziale e crudo nella forma.
“Title: that’s the last thing I would decide” é il risultato dell intersezione tra i rispettivi spazi mentali dei due autori. Lavorando in singolo ed a distanza di chilometri uno dall’altro, Robi Alfano ed Jorge Pomar realizzano una variegata e personale fauna di animali fantastici. Le creature che popolano questa pubblicazione, tutte realizzate in bianco e nero, abbattono la sottile linea di demarcazione tra l inconscio di entrambi gli artisti, popolando un giardino di carta privo di nome, un archetipo figlio di idee innate e predeterminate dal subconscio umano.

As long as we can remember, human beings have wanted to shape their fears of and feelings towards the unknown and the inexplicable with the implicit intent of exorcising those fears and shaping their emotions through a specific form.
Born from our subconscious, our life experiences, altered states, personal perceptions and emotions, these visions and creatures – often closer to monsters and animals – populate our personal and bizarre inner universe, an abstract and tangible mental space, with which we are usually confronted.
Robi Alfano and Jorge Pomar connect with this mental space, sketching this sum of personal perceptions and outlooks through a spontaneous, direct, essential and raw form.
“Title: that’s the last thing I would decide” is the result of the intersection between the respective minds of the two artists. Robi Alfano and Jorge Pomar create a varied and personal fauna of fantastic animals, working in solitude, separated by more than ten thousand kilometers. The creatures that populate this publication, all made in black and white, cut the thin line between the unconscious of both artists, populating a paper garden without a name, an archetype born from innate and predetermined ideas of the human subconscious.